loader image

L’eleganza deve essere la giusta combinazione di distinzione, naturalezza, cura e semplicità. Fuori da questo, credetemi, non c’è eleganza. Solo pretesa.
(Christian Dior)

Esiste una sottocategoria della bellezza che possiamo chiamare eleganza :

elegante agg. [dal lat. elĕgans –antis, der. di eligĕre «scegliere»]. – 1. Che ha insieme grazia e semplicità, rivelando cura e buon gusto senza affettazione o eccessiva ricercatezza, detto degli atti, del comportamento o della persona.

Possiamo certamente utilizzare questo aggettivo anche per descrivere un’abitazione, un interno, o alcuni elementi di esso.

In base a questo criterio, ad esempio potremmo definire elegante un elemento costruttivo con le corrette proporzioni rispetto alla funzione che deve compiere; percepiamo infatti immediatamente se una colonna o una trave hanno misure sproporzionate.

Possono esprimere eleganza le proporzioni tra un telaio di un serramento e le dimensioni del vetro, possiamo ricercarla osservando lo spessore di una scala sospesa, nelle dimensioni o nell’interasse delle travi di un solaio, tra il formato di un pavimento e l’ampiezza dello spazio, nella forma di una maniglia, nel disegno di una anta,nell’altezza di un battiscopa ed in ogni elemento che contribuisce a definire uno spazio.

Ritroviamo l’eleganza anche quando un problema complesso viene risolto con una soluzione tecnica che ci pare semplice.

La cura nel disegno di un dettaglio, la ricerca di un segno decorativo misurato che può andare oltre la semplice funzione, sono occasioni che per poter offrire all’osservatore una piacevole esperienza visiva.

L’eleganza non fa riferimento al valore economico; è un alto pensiero d’ordine, d’equilibrio, di buon gusto e d’armonia, destinato a trasmettere poesia alle cose.